Archivio per ottobre, 2013

Non ritengo di avere le idonee e neanche le minime capacità per descrivere le qualità professionali ed umane di Christophe (ricordo che sul mio blog le formalità tra amici non sono e non possono essere presenti, come per gli ospiti a casa mia). La miglior cosa è verificare direttamente tali qualità e posso solo dire che non è frequente incontrare manager di aziende con tali qualità.
Il primo incontro con Christophe risale ad un caldo autunno parigino del 2012 e il sottoscritto aveva l’onore di consegnare nelle sue mani il premio “Migliore Catena Internazionale” assegnato a “Espressamente Illy” dall’associazione francese “IREF – Fédération des Réseaux Européens de Partenariat et de Franchise”.
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Espressamente Illy, il marchio che rappresentata l’eccellenza italiana nel mondo.

Nel corso dei secoli si è scritto molto sull’onore e sulle varie accezioni del termine, anche negative.
Pensieri spesso non coincidenti e talvolta contrastanti. Giusto per citarne alcuni:

  • Tutti dicono che l’onore non conta niente e invece conta più della vita. Senza onore nessuno ti rispetta (Goffredo Parise, Sillabari, 1972/82)
  • Chi apprezza il denaro più del proprio onore è indegno dell’uno e dell’altro (Axel Oxenstierna, Riflessioni e massime, 1645)
  • Le cariche onorifiche sono per gli imbecilli; meglio vivere nella vergogna che negli onori; soprattutto, niente onorificenze; libertà ad ogni prezzo; per pensare. Gli onori sono appesi come arazzi sugli occhi e sulle orecchie; chi riesce più a vedere, a sentire! Negli onori asfissiano i sogni e si disseccano gli anni buoni (Elias Canetti, La provincia dell’uomo, 1973)
  • Le parole d’onore costano poco (Johann Gottfried Herder, Cid, 1805)
  • L’onore è come i fiammiferi: serve solo una volta (Marcel Pagnol, Marius, 1931)

Ognuno di noi potrebbe e può costruire un proprio pensiero, una propria convinzione al riguardo.
Come è facile notare, con questo intervento esco un attimo dai binari tecnici sui quali ho sempre direzionato il contenuto del mio blog, ma rimane fermo il concetto di “contributo al settore”.

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Sabato 16 novembre e Domenica 17 novembre dalle ore 10 alle ore 11:30 avrò il personale piacere di fornire un contributo al mondo dell’alimentazione senza glutine. Un contributo del tutto volontario per la diretta conoscenza delle esigenze di coloro che hanno la necessità di osservare tale tipologia di alimentazione. Per questo un contributo maggiormente sentito.
Parleremo di mettersi in proprio con il franchising, sia come costruzione di rete, sia come adesione a rete, analizzando le potenzialità di questa metodologia di fare impresa in forte crescita e sviluppo, rispetto a quanto richiedono i consumatori del mondo “gluten free”.

Andiamo subito al punto con il focus sulla legge francese “Loi Doubin”, la legge, come ho spiegato nella prima parte (Quando una legge fa la differenza (prima parte)) che mi ha fatto riflettere sulla effettiva possibilità di apportare miglioramenti per la consulenza e l’assistenza al settore e, di conseguenza, apportare miglioramenti anche alle stesse reti, con benefici anche per gli aderenti alle reti e non solo. La logica è stata “la nostra normativa ha aspetti positivi e negativi, ma dove è carente possiamo trovare miglioramenti in forma autonoma e possiamo, così, migliorare il nostro comportamento professionale e imprenditoriale”.

L’analisi che seguirà non sarà una analisi strettamente “accademica” e mi pongo l’obiettivo di effettuare una analisi “informale”, la più semplice possibile. Non voglio fare il confronto diretto e di tutti gli elementi con la normativa italiana, ma ritengo più utile individuare e segnalare quegli elementi che (a mio parere) “fanno la differenza”.

A questo link potete scaricare il testo della “Legge.Francese (Loi Doubin)” in francese ed in italiano. La normativa è sostanzialmente composta da una legge e da decreti attuativi.

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