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– § – #FRANCHISING & #MAFIA (QUINTA PARTE) – NUOVE CHIUSURE E NUOVI SOSPETTI – § –

Il franchising torna protagonista in indagini legate alla criminalità organizzata ed entra in casa di un marchio “storico”:
la pizzeria “Da Michele” di Milano, è stata chiusa per mafia

Con una lunga sequenza di miei interventi, pubblicati tra il 2015 e il 2018, ho affrontato il delicato tema “Franchising & Mafia”. Nessuno lo ha mai fatto nel settore e nel 2020, devo ancora aggiornare e integrare. 
Si tratta di interventi che io considero un “assemblaggio”. Sono una fotografia di una situazione assolutamente pubblica e anche nota, ma silente. Una situazione che “compongo”, come in un collage, riportando notizie e atti ufficiali risalenti almeno da metà anno 2000 e concretizzate con dichiarazioni ufficiali della Corte dei Conti (2010), dell’ex Ministro degli Interni Roberto Maroni (2011), dell’ex magistrato Piercamillo Davigo (2011), integrate da notizie di cronaca.

Potete approfondire il tutto in questi interventi:

Anno 2020, l’aggiornamento e l’integrazione:
A Milano la pizzeria ‘Da Michele’ chiusa per mafia – Misura della prefettura a locale della storica catena napoletana”.
Questo il titolo Ansa del 15.02.2020. Di cosa si tratta?

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Una integrazione alla mia recensione tecnica al film su Ray Kroc, non il fondatore di McDonald’s, ma il fondatore dell’impero McDonald’s

Risale al gennaio 2017 (“The Founder”, in scena #McDonald’s e il #franchising…le colonne di una mia “scelta professionale”) la mia recensione tecnica sul film “The Founder” e, al tempo, cercai di elaborarla con una certa tempestività, sia per redigerla subito dopo la visione del film, a mente fresca, sia per anticipare una serie recensioni che, come poi accaduto, mi immaginavo già impostate e improntate prettamente su aspetti più “motivazionali” o di marketing o di “(para)coaching”. A distanza di mesi, ho nuovamente visto il film ed ho elaborato ulteriori elementi per una integrazione per evidenziare aspetti nuovi e per aggiungere altre “sfumature” ad aspetti già analizzati con il primo intervento.

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Un piacevole e “particolare” film consente di esprimere una analisi sul tema franchising e anche un salto indietro nella mia storia professionale

The Founder

Introduzione

Parto subito da un concetto che ripeto da decenni, in continuazione, fino alla noia, passando da irriverente, non simpatico, creatore di ostacoli, burocratico e irrispettoso, ma certamente non da disonesto o menzognero

«Il franchising è a disposizione di tutti, ma non è per tutti»

Questa frase oggi è certificata dal film ed è una certificazione a livello internazionale, a livello globale.

Oltre a questa “netta e ben chiara” introduzione aggiungo che per questo intervento occorre molta pazienza per il tempo necessario a leggerlo e a farlo anche con le necessarie riflessioni, per i numerosi link a video anche storici e per i riferimenti anche ad altri interventi presenti nel blog. Insomma, è molto lungo, ma gli argomenti trattati, la “filosofia” che c’è dietro a questa storia, gli spunti che fornisce e tutti i vari ragionamenti che genera hanno molta importanza e, pur nella mia ricerca della sintesi, meritano di essere comunque dettagliati per e nei temi essenziali. Prendetevi del tempo e se questa analisi vi è piaciuta, sarà un piacere venirlo a sapere e sarà un piacere rilevare una diffusione e una condivisione. Appositamente non ho optato per la pubblicazione in due parti, avrebbe perso la giusta atmosfera, la necessaria continuità, la funzione e gli scopi posti alla base di questo articolato intervento. La mia scelta è stata quella di dividere l’analisi più tecnica da quella professionale (posta in chiusura) che, a sua volta, ha inciso anche su quella personale per il piacevolissimo e raro rapporto generato con il mio cliente affiliato McDonald’s. Buona lettura.

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Una “coalizione” di consumatori denuncia McDonald’s all’UE per violazioni antitrust…e io, se posso permettermi, ho forti dubbi

Dopo la pubblicazione della prima parte di questo intervento, riterrei già presenti una serie di presupposti che potrebbero condurre ad una generica valutazione della vicenda portata all’attenzione degli operatori del settore a seguito dell’iniziativa giunta dalla “coalizione” di associazioni di consumatori. E che le perplessità siano molte lo dimostra il fatto che in altri professionisti c’è un certo disagio nel comprendere quanto emerso dagli organi di informazione.

In sintesi, pur dovendo ricordare che non risulta ancora reperibile il testo integrale della segnalazione, tali associazioni ritengono essere presente un presunto “abuso di posizione dominante con pratiche distorsive della concorrenza che danneggiano sia i concessionari dei ‘franchising’ sia i consumatori”.

In concreto, “la nota catena di ristoranti violerebbe (…) gli articoli 101 e 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea che riguardano il divieto di intese anticoncorrenziali e di abuso della posizione dominante sul mercato” europeo.

Ho concluso la prima parte anticipando che, dopo le considerazioni contenute nel precedente intervento, avrei effettuato un percorso, senza presunzione di esaustività, tra i riferimenti tecnici utili per avere una visione un po’ più ampia di quanto giunge dai media che hanno riportato la notizia. Vediamoli.

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Una “coalizione” di consumatori denuncia McDonald’s all’UE per violazioni antitrust…e io, se posso permettermi, ho forti dubbi

Sono partiti per Bruxelles per presentare la denuncia nei confronti del colosso Usa. E’ stata una coalizione di associazioni di consumatori italiane formata da Codacons, Movimento Difesa del Cittadino (MDC) e Cittadinanzattiva con il sostegno di Service Employees International Union (SEIU) e del sindacato europeo European Federation of Trade Unions in the Food, Agriculture and Tourism (EFFAT). Quindi, una “coalizione internazionale”, usando una terminologia adottata in ben più gravi e tristi vicende.

Perché ? Per presentare una denuncia formale alla Commissione Europea nei confronti di McDonald’s che abuserebbe “della propria posizione dominante nel mercato europeo, con pratiche distorsive della concorrenza che danneggiano sia i concessionari dei franchising sia i consumatori” (fonte www.difesadelcittadino.it, una delle associazioni della “coalizione”).

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