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Il tempo passa, ma la storia si è fermata, in silenzio, nel silenzio, con i complici

Da una “Guida al Mettersi in Proprio – Franchising” di un Ente Pubblico (Provincia), anno 2002 (due anni prima dell’introduzione della Legge n.129/2004):
La creatività e l’entusiasmo profusi nella creazione delle nuove catene non si sono tuttavia sempre accompagnati a qualità e validità nei contenuti: ancora in troppi casi iniziative improvvisate e scarsamente professionali, prive di una valida preparazione manageriale dei responsabili delle reti, di una chiara individuazione degli obiettivi di sviluppo, di una adeguata qualità dei prodotti e dei servizi, di appropriate strategie di marketing e di promozione, di un serio programma di assistenza e formazione continua agli affiliati, hanno finito per suscitare dubbi e sospetti nei potenziali investitori“.

A.D. 2017 (quasi 2018), non è cambiato niente e potrei finirla qua, finito l’intervento, stop, chiuso, ma, invece, qualcos’altro posso aggiungere.

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Un piacevole e “particolare” film consente di esprimere una analisi sul tema franchising e anche un salto indietro nella mia storia professionale

The Founder

Introduzione

Parto subito da un concetto che ripeto da decenni, in continuazione, fino alla noia, passando da irriverente, non simpatico, creatore di ostacoli, burocratico e irrispettoso, ma certamente non da disonesto o menzognero

«Il franchising è a disposizione di tutti, ma non è per tutti»

Questa frase oggi è certificata dal film ed è una certificazione a livello internazionale, a livello globale.

Oltre a questa “netta e ben chiara” introduzione aggiungo che per questo intervento occorre molta pazienza per il tempo necessario a leggerlo e a farlo anche con le necessarie riflessioni, per i numerosi link a video anche storici e per i riferimenti anche ad altri interventi presenti nel blog. Insomma, è molto lungo, ma gli argomenti trattati, la “filosofia” che c’è dietro a questa storia, gli spunti che fornisce e tutti i vari ragionamenti che genera hanno molta importanza e, pur nella mia ricerca della sintesi, meritano di essere comunque dettagliati per e nei temi essenziali. Prendetevi del tempo e se questa analisi vi è piaciuta, sarà un piacere venirlo a sapere e sarà un piacere rilevare una diffusione e una condivisione. Appositamente non ho optato per la pubblicazione in due parti, avrebbe perso la giusta atmosfera, la necessaria continuità, la funzione e gli scopi posti alla base di questo articolato intervento. La mia scelta è stata quella di dividere l’analisi più tecnica da quella professionale (posta in chiusura) che, a sua volta, ha inciso anche su quella personale per il piacevolissimo e raro rapporto generato con il mio cliente affiliato McDonald’s. Buona lettura.

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In questo intervento ospito volentieri un testimone, una persona che realmente ha vissuto una vicenda che ho avuto modo di riportare nel blog e in interventi su AZ Franchising. Nello specifico, l’argomento è “Il caso Ecostore“. Era il 2014 negli interventi “#Pubblicità ingannevole e #franchising: ancora ! Il caso Eco Store (Parte I)” e “#Pubblicità ingannevole e #franchising: ancora ! Il caso Eco Store (Parte II)” dettagliavo il caso che, tra l’altro, ho sempre modo di citare nel corso dei miei seminari e convegni, data l’importanza di quanto esprime. Una importanza che corrisponde anche a una soddisfazione personale e professionale, considerato che sono stato tra i primi a portare “giornalisticamente” in evidenza l’importanza dei provvedimenti AGCM in tema di franchising, e anche una soddisfazione per il costante e continuo, seppur fortemente e alacremente contrastato, messaggio “politico” che IREF Italia, l’associazione del settore da me presieduta, sin dalla sua costituzione divulga a beneficio dell’intero settore.

Detto questo “lascio la parola” al Dott. Gennaro Lanza (lo ringrazio pubblicamente per il suo prezioso contributo) il quale su Pulse di LinkedIn racconta quanto segue e, da parte mia, il riporto è integrale. Buona lettura e buona cultura.

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In uno strano silenzio che da alcuni mesi organi di informazione e altre organizzazioni del settore stanno osservando al riguardo, da AGCM si rilevano ancora due interventi in materia di #franchising: un intervento rivolto ad un marchio detenuto con “master franchise” per l’Italia da una nota società di consulenza ed assistenza al settore ed un intervento rivolto ad un marchio con centinaia di franchisees.

“Questo per isperienza è provato, che chi non si fida mai sarà ingannato” (Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, 1478-1518).

Nell’attività di giornalista ma anche, come in questo caso, di blogger, oltre alla tempestività della notizia che vuoi argomentare (devi “essere sempre sul pezzo”), devi anche essere sempre alla ricerca di nuovi argomenti da analizzare e trattare, ma talvolta sei costretto ad “insistere” su alcuni temi che portano a meravigliarti del come ciò sia possibile, soprattutto quando noti le date di “svolgimento dei fatti” e, soprattutto, come in quanto andremo a vedere, noti la tipologia dei protagonisti delle vicende trattate.

Rientra in questa caratteristica anche quanto sto per illustrare, volendo precisare del come abbia appositamente voluto non trattare l’argomento “consulenza al franchising”, che mi vedrebbe direttamente interessato e, quindi, “incompatibile”.

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Risale all’aprile 2011 questo mio articolo pubblicato su AZ Franchising e, tutt’oggi, rimane un intervento assolutamente attuale e unico nel suo genere andando fuori dai soliti schemi di “consigli per l’affiliazione” o di “consigli per creare una rete” (un accenno a fare attenzione al Copyright è d’obbligo).

Si, perchè, spesso, troppo spesso, non ci sofferma su alcune “essenzialità” del rapporto di franchising. Come sempre, ci si limita a osservare il “vedibile”, ma senza idonee riflessioni per opportuni approfondimenti. Si potrebbe obiettare che non tutti i motivi elencati sono riscontrabili o anche “esistenti”, soprattutto per certe caratteristiche di sistema economico, territoriale, ecc.. Si, può darsi, ma riusciamo ad azzerare 35 motivi ?

Ecco riportato l’articolo (AZ Franchising, aprile 2011) dal titolo originario “35 motivi per dire SI. Ecco perchè aderire ad un’insegna in affiliazione commerciale conviene“. Buona lettura.

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