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– § – FRANCHISING: ACCORDO DI RISERVATEZZA IN FASE PRECONTRATTUALE, SI O NO? – § –

La prassi adottata da molti franchisor nel corso della consegna delle informazioni precontrattuali e nel corso delle trattative può destare alcune perplessità, ma tale prassi è assolutamente corretta. Vediamo perché

Destano sempre curiosità (e sorpresa) i dubbi che ogni tanto emergono nel dibattito sul tema franchising rispetto alla prassi attuata (giustamente, a parere di chi scrive) da molti franchisor che (in varie forme e modalità) fanno sottoscrivere e rilasciare da parte di potenziali affiliati un accordo di riservatezza e di segretezza (o NDA – Non Disclosure Agreement) nel momento in cui procedono alla consegna della documentazione contenente le informazioni precontrattuali obbligatorie per legge (vige l’obbligo di consegna “materiale”, tra l’altro). Non solo, a ciò occorre aggiungere che tale documentazione è quasi sempre accompagnata anche da altri documenti e da altre informazioni derivanti da necessità “preventive” (si pensi al rischio di ingannevolezza, ad esempio) che giungono dalla conoscenza di importante e fondamentale giurisprudenza ordinaria e amministrativa e anche da opportunità “integrative” per fornire ulteriori elementi di valutazione per una reciproca scelta che dovranno operare ambedue le parti.
Non di meno, superato il momento della mera (ma non semplice) messa a disposizione/consegna di tali documenti, di norma il flusso informativo e documentale continua anche nel corso di vere e proprie trattative ritenute necessarie o utili alle parti per giungere alla formale sottoscrizione della contrattualistica.
Apparentemente sembra tutto normale, logico, consolidato, ordinario…però…

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– § – FRANCHISING: L’ESCLUSIVA DI ZONA DEVE ESSERE EFFETTIVA – § –

Il patto di esclusiva di zona non si può eludere con schermi e schemi societari

Tra i tanti casi di “stranezze contrattuali” che si possono rilevare da una vera, effettiva ed approfondita consulenza contrattuale (che richiede conoscenza e preparazione specialistica), alcuni sono dei veri e propri tentativi di tecniche alquanto raffinate che meritano molta attenzione e che, allo stato dei fatti e in conclusione, si basano sul “farla franca” (tecnica del “giocatore di poker”) e sul “finchè le cose vanno bene vuol dire che è tutto fatto bene” (tecnica del “fatalista”), ma, soprattutto, producono solo una duplice illusione a temporaneo ed esclusivo beneficio di professionisti incaricati allo studio e alla elaborazione dei testi per tali tipi di contratti che, al termine di tale attività, emettono notule alquanto salate:

  1. la prima illusione è nei confronti dei franchisor (affilianti) che pensano di aver ottenuto l’uso legittimo di furberie e, così, aver speso bene i loro soldi nella consulenza contrattuale affidata che produrrà l’albero dei soldi d’oro;
  2. la seconda illusione è nei confronti dei franchisee (affiliati) che pensano di aver ottenuto una importante esclusiva (zona) e aver speso bene i loro soldi nell’adesione ad una rete che “li protegge”.

In pratica siamo innanzi ad una comunità di “illusionisti” e di “illusio-nati”.

Dopo quanto già riportato nel datato intervento “Il #franchisor non deve giocare a zona la partita del #franchising” (2017) di seguito un altro interessante contributo sul tema che ci giunge sempre dal Tribunale di Milano e risalente al 2019 (anch’esso ormai datato).

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– § – BENETTON: SI IMPEGNA ALLA RIMOZONE DEGLI “ABUSI” SEGNALATI DA AGCM – § –

Dall’avvio delle indagini istruttoria di AGCM per “abuso di dipendenza economica”, il noto marchio propone la rimozione con i suoi “impegni”. Dopo Original Marines e McDonald’s, anche Benetton promette di rimuovere gli “abusi”

Era il 2020, più esattamente il 17 novembre 2020 con comunicazione alle Società in data 24 novembre 2020, e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato avviava nei confronti delle società Benetton S.r.l. e Benetton Group S.r.l. un’istruttoria ai sensi dell’art.9, c.3-bis, della L.18.06.1998, n.192 e dell’art.14 della L.10.10.1990, n.287, al fine di verificare se Benetton, nell’ambito dei rapporti con i propri rivenditori (con contratti di franchising), aveva abusato della posizione di dipendenza economica in cui i medesimi potrebbero trovarsi, causando altresì un preteso nocumento al corretto dispiegamento della concorrenza nel settore.

Da premettere che “Benetton ritiene di aver sempre agito nel pieno rispetto della disciplina in materia di dipendenza economica, pertanto, contesta integralmente ciascuna delle prospettazioni contenute negli atti del procedimento ed in particolare nel Provvedimento di avvio. Fatta tale premessa, in spirito di piena collaborazione con l’Autorità, con il presente formulario, propone l’adozione di un pacchetto di misure volte a superare le preoccupazioni ad oggi espresse dall’Autorità e/o dagli Uffici nel corso delle interazioni avute. In particolare, tutte le misure proposte sono presentate senza che ciò costituisca acquiescenza o ammissione di responsabilità alcuna rispetto alle ipotesi di violazioni descritte nel Provvedimento di avvio e fatti salvi, in ogni caso, i diritti di difesa della
Società
“.

Nel caso in esame, secondo le informazioni disponibili, l’AGCM ha ritenuto potesse configurarsi uno squilibrio eccessivo nei rapporti tra Benetton e i franchisee, alla luce degli impegni economici e degli oneri che gravavano in capo a quest’ultimi
sulla base del contratto di franchising, tale da rendere difficoltoso, se non impossibile, ricercare sul mercato alternative commerciali soddisfacenti.
Benetton, in sintesi, avrebbe imposto di mantenere una struttura di vendita ed un’organizzazione commerciale disegnata sulle sue esigenze, anche in considerazione del fatto che questa si garantiva contrattualmente la possibilità di fissare unilateralmente regole e parametri organizzativi idonei a irrigidire la struttura aziendale del franchisee, fino a ostacolare, se non impedire, la sua eventuale riconversione.
Il complesso delle clausole contrattuali riportate nei contratti di franchising, insieme a situazioni pregresse di franchisee caratterizzate da forti esposizioni debitorie proprio nei confronti di Benetton, sono state ritenute disincentivanti, sino a rendere impossibile, la ricerca da parte degli affiliati di alternative di mercato determinando, quindi, la dipendenza economica dal franchisor.

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– § – FRANCHISING: LA SPERIMENTAZIONE DELLA FORMULA COMMERCIALE NON SI TOCCA – § –

Importantissima Sentenza ottenuta dallo Studio dell’Avv.Giovanni Adamo presso il Tribunale di Foggia in materia di contratto di franchising e sperimentazione della formula commerciale per la quale si va anche “oltre” allo stringente dettato normativo: (ancora) una gradita conferma di quanto costantemente espresso sul tema

Non posso che iniziare questo intervento con una triplice soddisfazione: (i) la prima giunge dalla conferma di quanto il sottoscritto, in termini di assistenza e consulenza alla costruzione tecnico-giuridica-aziendale di sistemi di franchising, sottolinei costantemente e continuamente l’importanza del duplice obbligo di sperimentazione imposto all’affiliante (qui uno dei tanti interventi sul tema risalente al lontano 2013); (ii) la seconda giunge dalla “vittoria” ottenuta dall’amico Avv.Giovanni Adamo che, ancora una volta, ha centrato uno dei temi più importanti in termini di tutela verso i franchisee e che in troppi, sia imprenditori, sia organismi “istituzionali”, sia consulenti di tali soggetti, trascurano e, occorre dire, nel tempo hanno volutamente trascurato, includendo in ciò l’ostracismo e l’impedimento espresso ed attuato verso una proposta di riforma della legge scritta proprio dal sottoscritto; (iii) la terza giunge dal perfetto allineamento tecnico-professionale che ancora una volta vede accumunati, in qualità di consulenti, il sottoscritto e l’amico Avv.Giovanni Adamo su qualsiasi tema che riguardi il franchising e che non esitiamo a portare alla luce ponendoci anche a e in contrasto con tutti i soggetti, gli organismi, le organizzazioni, ecc. che intenderebbero far passare altre tipologie di messaggi e di informazioni.

Detto questo, vediamo, in sintesi, cosa e come ha deciso il Tribunale di Foggia nella Sentenza iscritta al n.r.g.1239/2015 del 19.12.2022.

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– § – #FRANCHISING & #MAFIA (SESTA PARTE) – ATTI PARLAMENTARI (ANCORA) E FATTI DI CRONACA (ANCORA) – § –

Dai documenti in archivio della “Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari” ancora un indelebile accostamento del settore alla criminalità organizzata e ancora conferme da fatti di cronaca

E’ stata la triste scomparsa di un ex Ministro degli Interni, Roberto Maroni, a generare in me la volontà (ancora) di predisporre un altro approfondimento sul tema che dal 2015 ho riportato nel blog per ben 5 volte (nessuna testata del settore, e anche fuori dal settore, ha mai voluto pubblicare).

Infatti, è con una lunga sequenza di miei interventi, pubblicati tra il 2015 e il 2020, che ho affrontato il delicato tema “Franchising & Mafia”. Nessuno lo ha mai fatto nel settore e nel 2022, ritengo ancora opportuno aggiornare e integrare. 
Si tratta di interventi che io considero come un “assemblaggio”.
Sono “solo” una (non gradevole) fotografia di una situazione assolutamente pubblica e anche nota, ma silente.
Non sono certo frutto di personali ipotesi, idee, supposizioni, inchieste non documentate, ricerche sul campo mai fatte, ecc..
Una situazione che, semplicemente, “compongo”, come in un collage, raccogliendo, collegando e riportando notizie e atti ufficiali risalenti almeno da metà anno 2000 e concretizzate con dichiarazioni ufficiali (che potete leggere negli articoli precedenti) della Corte dei Conti (2010), dell’ex Ministro degli Interni Roberto Maroni (2011), dell’ex magistrato Piercamillo Davigo (2011), integrate da notizie di cronaca e, adesso, con un richiamo ad atti parlamentari.

Potete approfondire i precedenti interventi ai seguenti link:

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