Prima (in)decisione: stop al mio blog sul #franchising (il primo passo?)

Pubblicato: 11 ottobre 2017 in Franchising e sistemi a rete

La prima ipotesi per un percorso verso la “dismissione” che sto valutando di intraprendere. Intanto anche una proposta 

Dopo aver serenamente e pubblicamente reso partecipi i lettori del blog della mia intenzione/indecisione di non trattare più pubblicamente il tema franchising e di non fornire più a nessuno pubbliche informazioni, indicazioni, suggerimenti e commenti di varia natura, ritengo dovuto rendere pubblico e rendere partecipi tutti anche del possibile percorso che nel tempo deciderò di attuare. La considerazione che una tale idea mi sia entrata nella testa mi “preoccupa” nel senso che quando una cosa mi matura nella mente, se non ho un fortissimo e decisivo segnale per una inversione, poi la concretizzo e passo all’azione. Non so quanto tempo mi occorra, ma la sola idea che il “seme” si sia attivato, mi porta con estrema naturalezza alla decisione finale della quale non mi pentirò, magari sarà contraria o diversa alla iniziale, ma, in tal caso, sarà certamente utile a una evoluzione in quanto “maturata e ponderata”.

Dopo il mio ultimo intervento “#Franchising, la mia intenzione è “smettere”, contenti?” cosa è accaduto nel frattempo?

Pubblicamente poco, solo “tracce” (e invisibili a “occhio nudo”), ma a “microfoni spenti”, invece, parecchio e questa non è una bella cosa, questo anonimo risultato ha rafforzato la mia idea iniziale, ha fatto crescere il mio “seme”, ovvio. I “microfoni spenti” sono il peggior atteggiamento che un qualsiasi soggetto possa avere nella propria vita professionale, aziendale, imprenditoriale e personale.

Come dichiarava Giovanni Battista Casti (Gli animali parlanti, 1802), l’ipocrìsia è “la madre di ogni vizio“, probabilmente avendo tenendo conto di quanto già affermato da François de La Rochefoucauld (Massime, 1678) che per l’ipocrìsia sosteneva essere “un omaggio che il vizio rende alla virtù“. Ma di certo ciò che si avvicina più al mio pensiero è l’affermazione di Arrigo Cajumi (Pensieri di un libertino, 1947/50) quando, nel definire l’ipocrìsia, dichiarava che “l’ipocrisia è il preludio alla castrazione intellettuale“.

Ecco, io non ho alcuna intenzione di adeguarmi a tali attività di castrazione dell’intelletto, ma ho intenzione di custodire il tutto molto gelosamente e farne una distribuzione selettiva.

Non c’è il coraggio di dire le cose che si pensano, di dire le cose come stanno, di affermare quanto eticamente, deontologicamente, professionalmente e onestamente occorre portare a conoscenza di tutti. Non c’è il coraggio di prendere le distanze da situazioni palesemente “pessime”, di prendere iniziative con altri per interessi collettivi, di riconoscere buoni spunti in pensieri altrui per costruire qualcosa insieme, di mettere da parte orgogli da “protagonismo”. Nel settore franchising abbiamo (tutti) assistito (ma nessuno ne parla) a “atti di guerriglia” tra player del settore durati anni o mesi e, poi, abbiamo assistito a frasi, dichiarazioni, scelte, “nuove false alleanze”, cambiamenti di posizioni, di idee, di opinioni, di giudizi, di falsi pentimenti, di collaborazioni per interessi economici…tutti atteggiamenti da camaleonti professionisti e che possiamo semplicemente catalogare in “cosa si fa per non morire”. Non posso farci niente, questo è lo scenario con il quale tutta la massa deve fare i conti. Devono farci i conti imprenditori, manager, sviluppatori, consulenti, aspiranti imprenditori e professionisti. Chi vuole evitare, sa come fare, con chi lo può fare, su chi può contare. D’altronde, leggete “Perchè “sapere aude” ?” e allora capirete la piena coerenza rispetto a quanto scritto sopra.

Allora, fatta questa premessa/aggiornamento, con questo intervento ho una proposta da fare a chi legge. Non so ancora se il blog chiuderà veramente, se chiuderà completamente, se sarà per tutte le pagine o in parte oppure se sarà visibile solo con una pagina ove riportare una specie di saluto. In questo ultimo caso,

sarebbe mia intenzione riportare e trascrivere eventuali messaggi giunti (pubblicamente o in privato, purchè autorizzati) di qualsiasi natura. Se la decisione fosse quella di lasciare una pagina sola, mi piacerebbe lasciare traccia di pensieri altrui, di dediche, di convinzioni, di affermazioni, di espressioni. Dare voce, riportare pensieri e frasi di chi vuole semplicemente esprimere qualcosa sul tema, di chi vuol dimostrare e certificare di non rientrare nella categoria degli ipocriti, di chi non gradisce parlare a “microfoni spenti”, di chi ritiene di dire a me qualcosa di “brutto” o di “bello”, di chi non ha timori professionali, personali o imprenditoriali a metterci la faccia, a esprimere qualsiasi suo pensiero, ecc..

Io ho già ipotizzato il risultato di una proposta del genere, vediamo. Nel frattempo cercherò di capire se portare a termine e con quale modalità questa prima fase, questa prima (in)decisione.

commenti
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