– § – #FRANCHISING & #MAFIA (SETTIMA PARTE) – EUROSPIN SICILIA IN AMMINISTRAZIONE GIUDIZIARIA: INFILTRAZIONI DELLA ‘NDRANGHETA – § –
Il provvedimento riguarda la società con sede a Catania e dalle indagini emergono infiltrazioni nelle attività di espansione commerciale del marchio
Il settimo intervento sul tema “Franchising & Mafia” è frutto dalla notizia pubblicata in questi giorni e che ha come protagonista il noto marchio Eurospin presente con oltre 100 punti vendita in Calabria e Sicilia, con un fatturato annuo di circa 900 milioni di euro e 2500 dipendenti.
E’ solo l’ultimo (ma sicuramente non sarà l’ultimo) degli interventi che ho iniziato a fare dall’ormai lontano 2015 e che sono il frutto di una (non gradevole) fotografia di una situazione assolutamente pubblica e anche nota, ma silente e della quale nessuno nel settore vuole parlare, come un rifiuto ad accettare la realtà.
Prima di entrare nella notizia e commentare la stessa, potete approfondire i precedenti interventi ai seguenti link:
- Franchising & Mafia (prima parte) – 16.10.2015
- Franchising & Mafia (seconda parte) – 20.10.2015
- Dentalconnection in #franchising ? – 21.02.2016
- Franchising & Mafia (l’integrazione) – 27.11.2017
- #Franchising & #Mafia (quarta parte) – Non si finisce mai – 03.03.2018
- #Franchising & #Mafia (quinta parte) – Nuove chiusure e nuovi sospetti – 18.02.2020
- #Franchising & #Mafia (sesta parte) – Atti parlamentari (ancora) e fatti di cronaca (ancora) – 22.11.2022

Dalle indagini sarebbe emersa l’esistenza di un rapporto stabile “di oggettiva agevolazione tra l’esercizio delle attività economiche dell’impresa – in particolare l’espansione commerciale sul territorio – ed esponenti della ‘ndrangheta o collusi con questa“. L’indagine ha riguardato la costruzione e la ristrutturazione di alcuni punti vendita presenti nella città e nella provincia del capoluogo reggino, che, sarebbero avvenuti attraverso imprese, formalmente intestate a prestanome, ma, di fatto, gestite da imprenditori legati alla criminalità mafiosa locale, favorendo anche in maniera indiretta l’arricchimento delle consorterie criminali. In questo contesto sarebbe emerso che l’infiltrazione mafiosa avrebbe fortemente condizionato le scelte aziendali dell’impresa committente. Da qui l’amministrazione giudiziaria per il periodo di un anno (Fonte: TGLa7, Redazione Online, 16.03.2023).
Il complesso esame degli elementi d’indagine, tra cui le risultanze dell’operazione “Planning”, condotta dalla Dia e dal nucleo polizia economico-finanziaria di Reggio, avrebbe disvelato la “sussistenza di uno stabile rapporto di oggettiva agevolazione tra l’esercizio delle attività economiche riferibili alla struttura imprenditoriale della Eurospin Sicilia Spa ed esponenti della ‘ndrangheta o soggetti collusi con questa”. E’ quel che scrive la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria che ha, appunto, disposto l’amministrazione giudiziaria della “Eurospin Sicilia Spa”, una delle cinque società operative con le quali opera il noto marchio della distribuzione alimentare (Fonte: Il Fatto Quotidiano, 16.03.2023).
E ancora, sempre da quanto emerge nel testo del provvedimento, “Appare evidente che l’attività commerciale di Eurospin Sicilia, con specifico riferimento al settore d’espansione commerciale nel territorio reggino, sia stata fortemente condizionata da ingerenze mafiose, per il tramite di Giampiero Gangemi, imprenditore vicino alla ‘ndrangheta, ed in particolare alla cosca De Stefano” (Fonte: Gazzetta del Sud Online-Reggio, 16.03.2023).
Nell’inchiesta “Planning” è indagato per concorso esterno Gianluca Taverniti, responsabile Sviluppo di Eurospin Sicilia Spa per la Regione Calabria. Secondo i magistrati della Dda di Reggio Calabria, il manager avrebbe avuto, “un ruolo determinante nelle dinamiche che sembrano caratterizzare i rapporti con gli esponenti delle consorterie di ‘ndrangheta dominanti finalizzati ad acquisire la cosiddetta “tranquillità ambientale” in cambio lauti guadagni”. Anche a Reggio e anche per la grande distribuzione si paga la “tassa sulla ‘ndrangheta (…) Gli approfondimenti investigativi hanno, poi, fatto emergere il ruolo di una società di cui Taverniti è l’unico socio. Sarebbe stata usata per veicolare denaro al manager dalle imprese in odore di mafia. Un “ringraziamento” per l’aiuto offerto alle ditte di Gangemi&Co. nel loro tentativo di monopolizzare i lavori per la realizzazione dei nuovi supermercati Eurospin a Reggio Calabria (Fonte: Corriere della Calabria, 16.03.2023, aggiornamento, 18.03.2023).
Tra i vari articoli presenti in rete, suggerisco la lettura dei seguenti, attualmente quelli che ritengo avere maggiori dettagli:
- Il manager di Eurospin «nelle mani» della ‘ndrangheta e la consulenza da 100mila euro per aiutare i clan (Corriere della Calabria)
- Una società in odore di ’ndrangheta avrebbe facilitato l’espansione di Eurospin a Reggio Calabria (LaCNews)
- Infiltrazioni della ‘ndrangheta, Eurospin Sicilia finisce in amministrazione giudiziaria (La Sicilia)
Dopo la sintesi dei fatti di cronaca, riguardo al tema “franchising” mi limito a riportare ancora quanto già contenuto nel sesto intervento, pur essendo assolutamente attinenti anche i precedenti. Credo sia ben chiaro:
“Tornando ai documenti parlamentari, in uno dei resoconti stenografici della Commissione, ad esempio il n.92 relativo alla 94° seduta del 25 gennaio 2012, troviamo letteralmente riportato:
“Altro settore privilegiato dall’organizzazione mafiosa è quello della grande distribuzione commerciale, ove la mafia privilegia le concessione in franchising. La mafia – che ottiene facilmente le autorizzazioni commerciali e dispone anche di adeguati locali – è privilegiata dalle grandi catene di distribuzione, che sono ben felici di fare affari con i mafiosi. Con i supermercati la mafia perpetua il potere sul territorio, in quanto realizza un alto rapporto tra impiego di capitale e numero di persone occupate, offrendo così la possibilità di lavorare non soltanto ai figli di mafiosi, ma anche a persone estranee all’organizzazione che vengono così gratificate e rimangono ad essa grate”.
Detto (e riportato) questo un breve cenno di saluto a tutti coloro che si rifiutano di accettare la realtà che corrisponde a quanto ho semplicemente fotografato con semplicissime ricerche che non hanno la possibilità di essere contrastate.