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– § – ORIENTARSI NELLA GIUNGLA DI CONSULENZE E FRANCHISING (in Senza Filtro) – § – 

Il mondo delle consulenze al franchising riserva diverse trappole per gli imprenditori che vi si accostano. Ecco le più diffuse e i modi per aggirarle.

Un’analisi del mondo di consulenze e franchising costituisce una vera e propria rarità. Dunque, vediamo alcune caratteristiche di questo mondo.

Il progetto “da progettare”
Presupposto: un progetto di franchising richiede un’attività specialistica e con un’elevata preparazione economico-giuridica. È la prima verifica da fare per chi deve usufruire di un consulente al franchising, attività realizzata con i criteri applicabili dalle e alle professioni ordinistiche.

Adottando un esempio, è paragonabile all’attività professionale di un ingegnere che predispone un progetto per una casa e lo segue, lo coordina e vi apporta modifiche, circondato da tutte le professionalità (e artigianalità) specialistiche tipiche di ogni settore edilizio. Tale attività, inoltre, deve essere svolta in collaborazione con il soggetto “proprietario” del progetto.

Non di meno, per svolgere questa attività un consulente al franchising ha anche la necessità di conoscere argomenti quali marketing, advertising, strategia e sviluppo, immagine, e diversi altri. Lo scopo è coordinarli e monitorarli, adattarli e modellarli al progetto, non eseguirli. Infatti, non di rado, per tali motivi nel settore è possibile individuare sistemi di franchising molto deboli sotto l’aspetto contrattuale, carenti nel rispetto della normativa, privi di codifica del know how, non sperimentati, carenti nell’impostazione documentale.

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– § – “MAIL BOXES ETC.”, DAI RIFLETTORI AGCM A QUELLI AGCOM – § – 

Un provvedimento molto importante di AGCOM nei confronti del marchio internazionale Mail Boxes Etc. richiede una opportuna riflessione

Risultati immagini per agcomA distanza di sei anni dal mio primo articolo sulla nota vicenda che ha visto protagonista il marchio Mail Boxes Etc. e l’AGCM (“Non è ingannato se non chi si fida”: AGCM mette sotto i riflettori il caso “Mail Boxes Etc.” – 2013) e dopo altri tra anni dall’aggiornamento conseguente alla sentenza del Tar sulla stessa materia del contendere (“#Franchising: c’è troppa ignoranza e il Tar respinge AGCM su Mail Boxers Etc.“), il marchio si trova ad essere ancora protagonista in una vicenda nella quale, questa volta, è l’AGCOM ad essere la controparte.

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– § – #FRANCHISING: NEL FRATTEMPO NEGLI USA LA FEDERAL TRADE COMMISSION AGGIORNA IL DIP, MENTRE IN ITALIA… – § –

In USA, la Federal Trade Commission ha aggiornato il già corposo e dettagliato Documento di Informazione Precontrattuale da compilare obbligatoriamente da parte dei franchisor che offrono il loro sistema di franchising a terzi

E’ stato proprio con il mio ultimo intervento “#Report #Rai3 #franchising e…il mio piccolo supporto e…anche i miei articoli (e altro)” che ho avuto modo di richiamare e riprendere il tema delle informazioni precontrattuali in USA e in Italia. L’occasione me l’aveva data proprio una (assurda) affermazione reperita sui social da parte di autorevole rappresentate di organo di rappresentanza operante nel settore.

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– § – #REPORT #RAI3 #FRANCHISNG E…IL MIO PICCOLO SUPPORTO E…ANCHE I MIEI ARTICOLI (e altro) – § –

Con due servizi giornalistici ReportRai3 entra nel mondo del franchising e porta alla luce situazioni ed episodi degni di particolare attenzione, ma innesca anche polemiche

Il primo servizio andato in onda è del 29.10.2018 (“Dentocrazia“) e ha riguardato le catene e le reti di odontoiatria, coinvolgendo, ovviamente, anche i marchi operanti in franchising.

Il secondo servizio andato in onda è del 03.12.2018 (“Davide contro Golia“) e ha riguardato più da vicino alcuni marchi specificatamente operanti in franchising.

Sono servizi che, oltre a interessarmi sotto l’aspetto professionale, mi riguardano da vicino per altri due motivi:

  1. alcuni degli episodi trattati sono stati oggetto di miei interventi editoriali su AZ Franchising e anche su questo blog;
  2. per mesi ho volontariamente taciuto una situazione che mi ha riguardato direttamente: su alcuni temi specifici, ho “giornalisticamente” collaborato con il bravo giornalista Giuliano Marrucci confrontandomi sul tema in generale e fornendo un piccolo apporto con alcuni dettagli di casi trattati e trasmettendo documentazione tecnico-legislativa, nazionale e internazionale. Il tutto per inquadrare più nello specifico alcune problematiche e fornire ulteriori strumenti per la già eccellente preparazione dei servizi della nota trasmissione. Una (come da mia richiesta) anonima e informale collaborazione “tra giornalisti” indirizzata solo ad una utilità collettiva e non personalistica.

Devo ammettere, inoltre, che quanto sopra è stato anche motivo di soddisfazione per aver ricevuto un sostanziale e informale “riconoscimento” a favore di ciò che compone una parte della mia produzione giornalistica e dottrinale sul tema franchising e che è stata considerata e valutata come una disinteressata descrizione “dell’altra faccia della medaglia” focalizzata su aspetti raramente trattati e commentati (ma veri e reali) e, per questo, una produzione ritenuta affidabile in quanto espressamente “non di parte” e espressamente “non contro la parte”.
Per questo motivo essere valutato come un interlocutore affidabile e ricevere questo dal giornalismo di altissimo livello non può che essere una grande soddisfazione, seppur senza aver voluto (e non volere) addosso le luci della ribalta, con buona pace di chi (come ho letto) si è dispiaciuto di non essere stato interpellato.

Premetto anche che un aspetto importante è la presenza di un’ovvietà non ben compresa da chi ha visto e commentato i servizi. Infatti, analizzando il dibattito che si è innescato, è facile rilevare come in pochi abbiano veramente compreso tale ovvietà: la trasmissione non ha potuto e non poteva trattare tutta la vastità che il tema franchising porta con sé.
Non era e non è stato certamente possibile, ad esempio, trattare profondamente e dettagliatamente temi legati alla legislazione (se non alcuni brevissimi cenni) o all’ingerenza di situazioni legate alla criminalità (salvo degli accenni in ambedue i servizi), così come non è stato possibile trattare anche aspetti positivi del settore, salvo alcuni brevi accenni.

A ciò si aggiunga, non di meno, che è proprio il complesso, l’insieme delle caratteristiche della trasmissione a portare a questa impossibile completezza, caratteristiche anche “tecniche” che hanno dato la possibilità di trattare solamente specifici casi con protagonisti di vicende di varia natura. Per comprendere meglio, si pensi solo ai tempi disponibili per tali servizi: 25 minuti per il primo servizio e 40 minuti per il secondo. Sono tempi impossibili per una trattazione esaustiva anche per un convegno o un seminario appositamente dedicato. La “stranezza” di non tener conto di tale situazione da parte di commentatori dell’ultim’ora, come descriverò meglio in seguito, giunge proprio da chi è protagonista, diretto o indiretto, del settore e questo è veramente stranissimo, quasi fanciullesco, ma anche poco professionale o, comunque, sintomo di non elevatissime capacità di analisi (e non solo). Mi dispiace, ma non è raro che questa cosa capiti. Ad esempio, un buon calciatore potrebbe non avere le capacità necessarie per fare l’allenatore e/o il preparatore e/o il commentatore, l’analista di partite con ragionamenti circa tattiche e strategie, ecc. o sia in grado di impostare e gestire una società di calcio. Così è in ogni settore, non è che se ne fai parte diventi automaticamente e per sempre un soggetto preparato ad affrontare il tema del settore da punto di vista aziendale, legale, preventivo, operativo, ecc., ecc..

In ogni caso, a questo punto, da parte mia, con questo intervento molto lungo (la situazione lo richiede) devo fare almeno un paio “considerazioni in formato arricchito”.
La prima è data dal collegamento tra alcuni dei temi trattati nei servizi giornalistici ed i miei interventi editoriali prodotti negli anni.
La seconda è data da una riflessione su cosa ritengo sia emerso e/o cosa non sia emerso da tali servizi.
Opportuno “arricchire” tali considerazioni con una integrazione, con una breve analisi indirizzata proprio al come una parte del settore abbia (a mio parere impropriamente, ma non sarebbe una novità) interpretato i servizi.

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– § – #FRANCHISING, QUANDO LA NORMA “NASCONDE” LE INFORMAZIONI SULLE CONTROVERSIE – § –

Il principio basilare della tutela delle parti esercitata con l’obbligo di informazione precontrattuale attuato con la Legge n.129/2004 non risulta pienamente soddisfatto in tema di controversie e contenzioso. La situazione è ben nota sin dall’introduzione della stessa norma…ovvio

La legge sul franchising sin dalla sua introduzione si esprime proponendo la sua versione per una “risoluzione alternativa delle controversie” o “ADR-Alternative Dispute Resolution”. Infatti, è previsto un articolo specifico, l’articolo 7, che lascia la possibilità alle parti di adire ad una soluzione conciliativa (conciliazione facoltativa), prima di procedere all’autorità giudiziaria ordinaria o arbitrale.

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